BUONE IDEE

La proposta pedagogica del Service Learning

Italo Fiorin

Il Service Learning, una proposta pedagogica che interpreta l’apprendimento in termini non solo di vantaggio individuale, ma anche sociale.

Tra le centinaia di definizioni che ormai appartengono alla letteratura sul Service Learning scegliamo quella di Andrew Furco, uno dei pionieri di questa proposta: “Il Service Learning cerca di coinvolgere gli studenti in un’attività che intreccia il servizio alla comunità e l’apprendimento accademico”. E’ una definizione molto semplice, ma contiene in sé tutti gli elementi caratterizzanti.

Papa Francesco

“L’umanità vive in questo momento una svolta storica che possiamo vedere nei progressi che si producono in diversi campi, Si devono lodare i successi che contribuiscono al benessere delle persone, per esempio nell’ambito della salute, dell’educazione e della comunicazione. Non possiamo tuttavia dimenticare che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo vivono una quotidiana precarietà, con conseguenze funeste”

Sul piano educativo sembrano contrapporsi due modelli, il primo sensibile al bisogno di realizzazione individuale, il secondo sensibile alla dimensione sociale e quindi orientato all’educazione al bene comune. Da un lato le esigenze dell’ “io”, dall’altro quelle del “noi”.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing
elit, sed diam nonum
tincidunt ut laoreet dolore magna
aliquam erat volut
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing
elit, sed diam nonum
tincidunt ut laoreet dolore magna
aliquam erat volut

A. Furco ci dice che il Service Learning non è un modo di fare del volontariato, perché ha a che fare con l’apprendimento accademico, con il curricolo. Non è però nemmeno una attività di studio, qualcosa che riguarda il contesto dell’aula, perché comporta che le conoscenze apprese vengano messe alla prova da problemi reali, più che da test artificiali.
 
Il volontariato è una pratica nobile, alla quale uno studente può lodevolmente dedicare parte del suo tempo libero. Qui però non si tratta di un invito a dedicare del tempo agli altri, ma di un invito a dare un diverso senso allo studio. Collocare il Service Learning dentro il curricolo significa dare al curricolo una curvatura sociale, non semplicemente un percorso di studi sperabilmente utile in futuro, ma uno strumento socialmente significativo e, proprio per questo, molto più significativo anche sul piano della realizzazione personale.
 
Il Service Learning non rappresenta una novità assoluta, ma si collega ad un ricco filone pedagogico che ha, alle sue origini, due grandi punti di riferimento, J. Dewey, negli Stati Uniti e Paulo Freire nell’America Latina. Idee quali educazione democratica, apprendimento attivo, educazione come strumento di trasformazione e di speranza, responsabilità sociale, non sono certo andate fuori moda, anzi si ripresentano con una attualità nuova oggi, proprio quando una cultura diffusa propone una concezione puramente individualistica dell’apprendimento.
 
Se le origini sono lontane, oggi ci sono molte ragioni per riprendere in mano la tensione civica che animava l’innovazione didattica degli inizi.
Come molte ricerche dimostrano, se gli studenti utilizzano le loro competenze per rispondere a problemi presenti nel contesto sociale, migliora non solo la qualità del loro apprendimento, ma la loro motivazione ad apprendere e la loro apertura agli altri. Portare gli studenti a misurarsi con problemi reali comporta inserire nel curricolo scolastico una forte apertura alla realtà, nei suoi aspetti sociali, culturali, ambientali. La didattica, così intesa, diventa un invito all’incontro, all’uscita dalla autoreferenzialità, un contributo a capire i problemi del mondo di oggi. La ricerca psicopedagogica più aggiornata indica nello sviluppo delle competenze il punto di riferimento più alto dell’azione didattica. Il costrutto di competenza è particolarmente interessante, perché ci dice quanto sia fecondo, anche per lo sviluppo cognitivo, l’incontro con la realtà, l’uscita dalla dimensione virtuale o accademica del sapere. Gli alunni diventano protagonisti del loro apprendimento e capaci di dare senso a quanto la scuola propone loro, quando sono coinvolti in iniziative concrete di risposta a bisogni presenti nel contesto sociale. L’impatto con i problemi obbliga gli studenti a fare ricorso alle loro risorse cognitive ( quanto hanno appreso e stanno apprendendo a scuola) e motivazionali (se quanto hanno imparato contribuisce a dare risposta a qualche bisogno, aumenta il senso dell’importanza di quanto si è appreso e del valore dell’essere sufficientemente competenti per saper rispondere ai problemi degli altri).
 
Il Service Learning include tutti gli aspetti qualitativi del buon insegnamento: lo sviluppo delle competenze, la loro messa alla prova in situazione di realtà, il collegamento scuola/vita … Il valore aggiunto è dato dal fatto che, mentre si promuove lo sviluppo cognitivo (la ‘testa ben fatta di cui parla E. Morin), sviluppa dimensioni della persona che rischiano di essere dimenticate: la dimensione sociale, etica, spirituale. Il Service Learning, mettendo gli studenti di fronte a problemi presenti nella realtà di vita, avvicina gli studenti alla loro comunità. Fortemente ancorato all’esperienza, tanto degli alunni che del contesto sociale, il Service Learning valorizza il protagonismo degli studenti, ricorrendo alle migliori metodologie di tipo attivo e socio-costruttivo.
Sul piano pedagogico siamo di fronte ad una proposta che si rivolge all’integralità della persona, promuovendo lo sviluppo della mente (la testa ben fatta), della mano (la competenza nell’azione) e del cuore (la disponibilità verso gli altri, la solidarietà). La responsabilizzazione degli studenti nei confronti dei bisogni sociali presenta un importante ritorno, il ‘servizio’ non è un percorso a senso unico, da chi lo offre a chi lo riceve, non è assistenzialismo, ma una forma di aiuto reciproco, nella quale chi dà, anche riceve, e non solo in termini di gratificazione personale, ma di apprendimento.
 
 
La carta d’identità del Service Learning
 
Riassumendo sinteticamente, il Service Learning è una proposta:
1. Curricolare (gli studenti si muovono all’interno del loro normale curricolo);
2. Orientata alla ricerca (le esperienze nascono dalla rilevazione di problemi, il percorso che si attiva è diretto alla loro soluzione);
3. Focalizzata sulle competenze (gli studenti mettono conoscenze e abilità alla prova della realtà, misurandosi con problemi autentici sviluppano le loro competenze);
4. Interdisciplinare ( i problemi sono, generalmente, caratterizzati da complessità e, per la loro soluzione, è necessario servirsi di più discipline, che dialogano tra loro e si integrano);
5. Orientata all’apprendimento significativo (l’apprendimento è significativo quando è il risultato di una rielaborazione personale delle proprie conoscenze e quando, rispondendo a motivazioni profonde, è ricco di significato per l’alunno);
6. Collaborativa ( la progettazione e realizzazione di progetti di Service Learning impegna il gruppo classe, che diventa una comunità che apprende. L’impegno personale è indispensabile perché il gruppo possa avere successo);
7. Partecipata (non si tratta di una pratica assistenziale, ma di una collaborazione con gli stessi destinatari del progetto, che sono coinvolti su un piano di parità. Non ricevono semplicemente un aiuto, ma sono essi stessi una risorsa per la crescita degli studenti);
8. Responsabilizzante (la scuola non sta a lato della vita, ma si sente chiamata il causa con una responsabilità sociale. Il Service Learning consente di vivere esperienze significative di cittadinanza attiva);
9. Trasformativa (la responsabilità sociale si traduce nell’impegno al miglioramento. Il miglioramento è, prima di tutto, personale, riguarda chi sta agendo in favore della comunità; è, però, anche sociale, qualcosa che migliora la realtà di vita.
 
Da quanto detto si capisce come le scuole impegnate nell’educazione ai valori della cittadinanza attiva possano trovare nella proposta del Service Learning un riferimento pedagogico e didattico molto interessante, capace di valorizzare le indicazioni didattiche oggi suggerite ai docenti orientandole verso lo sviluppo della dimensione pro sociale e di cittadinanza attiva.
 
Italo Fiorin è direttore della Scuola di Alta Formazione “Educare all’incontro e alla Solidarietà ” dell’università LUMSA di Roma dove insegna Didattica e Pedagogia Speciale.
 
Per approfondire:
 
I. Fiorin (a cura), Oltre l’aula. La pedagogia del Service Learning, Mondadori, Milano, 2016
Insegnare ad apprendere, La Scuola, Brescia, 2014
 
Sito: eis.lumsa.it

La sfida posta all’educazione richiede che non solo si rafforzi la consapevolezza dei diritti umani, individuali e sociali, ma anche che si capisca come sia insufficiente affermarli con vigore e perfino farne oggetto di studio. Anche in questo caso e –verrebbe da dire- soprattutto in questo caso, vale il principio dell’imparare facendo. Già Aristotele ammoniva che non basta conoscere il bene per essere buoni. Quello che è richiesto è molto di più: realizzare un ambiente di apprendimento dove si sperimentano, praticandoli, i valori affermati, mettendo in pratica i principi della democrazia, della pacifica convivenza, del dialogo, del bene comune.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutLorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sediam nonummy nibh euismod T cidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis autem vel

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing
elit, sed diam nonum
tincidunt ut laoreet dolore magna
aliquam erat volut

LINK

Iscriviti alla newsletter